Il concetto di aborigeno si riferisce a qualcuno o qualcosa di nativo del suolo in cui vivono. In questo senso, puoi nominare sia una persona (una tribù aborigena) che un animale o una pianta.
Quando il termine si riferisce a una persona, è usato per nominare l' abitante originario di un territorio, quindi è opposto a coloro che successivamente si stabilirono nella regione.
La nozione di aborigeno è usata come sinonimo di coloni indigeni o nativi. Tuttavia, nel suo senso più specifico, una persona indigena è un uomo che appartiene a un gruppo etnico che preserva la cultura tradizionale non europea. In generale, una persona indigena appartiene a una tradizione organizzativa che precede l'ascesa dello stato moderno.
D'altra parte, i nativi americani sono spesso chiamati erroneamente indiani; una confusione che sorse quando gli europei arrivarono per la prima volta in America e credevano di essere arrivati in India.
Diverse statistiche indicano che, attualmente, ci sono circa 350 milioni di aborigeni in tutto il pianeta. Mentre alcune comunità hanno assimilato molte usanze del mondo occidentale, altre rimangono nomadi o mantengono i loro modi di vita ancestrali. Ci sono circa 5.000 villaggi con le proprie caratteristiche linguistiche e culturali.
Gli aborigeni sono stati discriminati e perseguitati dagli europei e dai discendenti degli europei, anche molto tempo dopo la conquista dell'America. Prova di ciò è che, solo nel 2006, il Sud America ha avuto il suo primo presidente indigeno: l'Aymara Evo Morales, il primo presidente della Bolivia.
Il popolo mapuche
Per molto tempo hanno praticato il nomadismo e nelle loro radici e tradizioni questa pratica è stata fondamentale; tuttavia da circa un secolo sono state tenute nello stesso territorio a causa dell'espropriazione che i vari governi hanno fatto della Patagonia. Inoltre, la terra in cui vivono sembra ridursi sempre di più e mettere in pericolo la loro sussistenza come popolo.
È importante notare che, essendo una cultura molto antica, hanno un proprio calendario che è governato dai cicli della terra e indica le varie festività. L'anno inizia il 24 giugno perché quel giorno sorge dopo che è trascorsa la notte più lunga dell'anno.
Quando si tratta delle loro convinzioni, sono monoteiti. Nguenechen è il nome del suo dio, è il creatore di tutto ciò che esiste e che domina la terra e porta vita e fecondità a tutta la natura. Provano una profonda adorazione per la terra e rispettano rigorosamente le sue leggi, senza assumere comportamenti che potrebbero influire sull'equilibrio dell'ambiente. Il rapporto che stabiliscono con la terra ha un senso ampio, non solo esprime un rapporto legato alla sussistenza materiale ma implica anche il loro modo di rapportarsi alle forze soprannaturali.
È una cultura estremamente ricca e diversificata che ha anche una propria lingua, il Mapudungun. È composto da simboli e suoni che vengono trasmessi di generazione in generazione oralmente e il cui insegnamento fondamentale risiede nelle leggende e nelle storie mitologiche. Vale la pena ricordare che oggi esistono dizionari mapuche, sebbene le parole siano rappresentate dalle lettere dell'alfabeto spagnolo, abbinate a segni ausiliari che permettono di riprodurre i suoni di questa lingua, che differiscono in alcuni casi da quelli dello spagnolo. È stata creata anche una grafometria chiamata Azümchefe, in cui i 26 grafemi sono rappresentati attraverso vari segni, di cui 6 corrispondono alle vocali e 20 alle consonanti.