L'inventore, fisico e pittore francese Louis Daguerre (1787-1851) svelò nel 1839 un dispositivo che consentiva di registrare immagini mediante un procedimento chimico. Questo apparato era noto come dagherrotipo.
Il termine viene utilizzato per denominare sia la macchina che l' immagine ottenuta con essa. È anche usato come sinonimo di dagherrotipo, che è il nome dato alla tecnica in questione.
Daguerre continuò il lavoro iniziato da un altro scienziato francese: Joseph Nicéphore Niépce (1765-1833). Per ottenere una fotografia, il dagherrotipo ha utilizzato una lastra di rame argentata che è stata esposta al vapore di iodio per renderla fotosensibile. Quindi, con i vapori di mercurio, sono state generate amalgame di argento e mercurio che hanno dato origine all'immagine sviluppata.
Oltre a tutto quanto sopra, dobbiamo far sapere che il momento in cui Daguerre rese pubblicamente noto il dagherrotipo fu nell'agosto del 1839. Lo fece all'Accademia delle scienze francese con grande ripercussione.
Allo stesso modo, si deve sapere che, con il passare del tempo e con l'appoggio del cognato, questo illustre personaggio è riuscito a mettere in vendita una macchina fotografica di sua invenzione che rispondeva al nome di Daguerréotype, che aveva la particolarità di portare la sua firma.
Grazie a quella fotocamera e al passo compiuto dal già citato francese, nel mondo della fotografia sono stati fatti passi da gigante. Così, tra le altre cose, la prima rivista di fotografia che è stata creata era nel 1850 e si intitolava "The Daguerreian Journal".
Allo stesso modo è interessante sapere che, grazie al dagherrotipo e alla suddetta macchina fotografica, nel 1842 il fotografo Carl F. Stelzner riuscì ad ottenere la prima fotografia di un evento. Nello specifico, era l'immagine di un incendio che ha devastato un quartiere della città di Amburgo.
Naturalmente non va dimenticato neanche che il dagherrotipo è stato utilizzato in ambito scientifico. Un buon esempio di ciò è che l'ottico Soleil creò, nel 1839, un microscopio-dagherrotipo.
Il dagherrotipo è considerato il primo processo di successo nella storia per scattare fotografie. Tuttavia, il tempo di esposizione per catturare l'immagine, l'impossibilità di ottenere copie, la fragilità della foto e la contaminazione generata dal vapore di mercurio sono stati alcuni degli svantaggi del dispositivo.
All'epoca c'erano anche altri procedimenti fotografici oltre al dagherrotipo. Tra questi c'era il calotipo, creato dall'inglese William Fox Talbot. In questo caso è stata utilizzata una carta trattata con acido gallico e nitrato d'argento: le immagini catturate sono state fissate mediante iposolfito di sodio.
I vantaggi del calotipo rispetto al dagherrotipo erano che richiedeva un tempo di esposizione più breve, era meno pesante e i prodotti usati per svilupparlo e ripararlo non erano così tossici.
L'avanzamento di tecniche come il dagherrotipo e il calotipo ha permesso, negli anni, lo sviluppo della fotografia moderna, che ha fatto un nuovo salto tecnologico dalla creazione della fotografia digitale.